U Me Pasqua
VICOSOPRANO > IL MIO VICO
Ho sempre pensato che Vico fosse un miscuglio di colori, sensazioni, odori, ricordi e che niente potesse modificare quell’area fantastica all’interno di me.
Gli eventi ci hanno provato spesso, ma i confini tracciati durante l’infanzia sono più saldi e forti dell’incedere forsennato di qualsiasi tecnologia buona o cattiva che sia. Passano gli anni ma l’isola rimane intatta, senza invasori. Soltanto i momenti della nostalgia possono fare una piccola visita e riannusare l’incanto di attimi che nessuno potrà toglierci.In questi frammenti importanti c’era e c’è “u me Pasqua”. Andavamo insieme tutti i giorni con le mucche al Dego, andavamo insieme per funghi e a rastrellare il fieno, andavamo insieme alla festa di Lovari dopo esserci preparati una padellata di patate fritte, dormivamo insieme durante l’estate.Abbiamo fatto insieme le prime “ciucche” e abbiamo fumato insieme “u viazzà”, siamo stati perquisiti insieme dal Cricco e abbiamo rubato insieme i gelati della Sanson e i lamponi a “u merellà”. Abbiamo fatto un sacco di cose insieme e ci siamo divertiti come non è più successo dopo. Siamo diventati grandi e, come succede spesso nella vita, ci siamo sentiti di meno, visti di meno: ognuno per la sua strada.Adesso “u me Pasqua” non c’è più. Senza rumore, come quando facevamo i dispetti a qualcuno, in punta di piedi se n’è andato.
Di lui mi rimangono due ricordi straordinari, quelli della purezza e della semplicità e, per non soffrire troppo, voglio immaginarmi Dio che legge con lui quella serie infinita di giornaletti che lo accompagnava ogni sera al canto del sonno. Ciao Pasqua! E grazie per tutto il bello che mi hai regalato e che farà di Vico sempre un posto speciale.