Foppiano
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Si scendeva da Prau de Lippin verso i Runchi e poi le Ciappellette Bianche, la Piana di Lanu, la Piana delle Barche sino ad arrivare in Gramizza. Eravamo ragazzi di sette otto anni e pascolavamo le mucche al Monte Dego arrivando da Vicosoprano.
Camminare, allora, era come respirare: assolutamente automatico. Avevamo tutta la giornata davanti a noi ed ogni giorno si decideva come passarla, mentre le mucche se ne stavano da sole nei loro posti preferiti a mangiare erba tra i funghi.
Il posto che noi chiamavamo Sgramizza era poco lontano da Foppiano e consisteva in un torrente nato dalla fontana dei Runchi che man mano s'ingrossava con piccole altri corsi d'acqua gelida; Sulle rive: felci, mirtilli e faggi infiniti.
I nostri padri ci raccontavano di quando andavano a rubare l'uva a Faupian. Noi, invece andavamo a fare il bagno nudi nel torrente.
Maschi e femmine, senza alcuna malizia dentro ad un laghetto chiamato La Cassa.
Ben presto scoprimmo che c'erano trote tra i nostri piedini ed allora capimmo che potevamo anche fare i pescatori; con le mani, naturalmente.
Il più veloce era Elio, seguito da Paolin e da Berto. A me faceva un po' senso toccarle. Una volta acchiappate, le mettavamo nei nostri tegamini avendo cura di cambiare spesso l'acqua. Una volta ne portammo a casa 18, ancora vive. C'era una povertà tale allora che gli zii si leccavano i baffi quando le mangiavano.
Questo mi ricorda Foppiano. (Renato Pareti)