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Renato Pareti

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Coi Miei Genitori

VICOSOPRANO > IL MIO VICO
Guardando queste foto ... antiche, mi torna alla mente quel periodo dell'anno, che tanto aspettavo durante l'inverno e diventava frenesia pura, poco prima di partire per le vacanze a Vico. Tutto questo, però, si trasformava nei primi giorni di permanenza con gli zii, in un dolore profondissimo. Sentivo enormemente la mancanza di mamma e papà. Mi successe per la prima volta intorno ai sei anni di età. Io cominciavo a nascondermi e a piangere a dirotto non appena la mamma partiva per andare giù al Ponte Doria, in attesa di prendere il pullman che proveniva da Rezzoaglio per Milano.
Ricordo che una volta mi sottrassi al controllo degli zii e cominciai a rincorrerla sullo stradone. L'ho raggiunta ad Alpepiana che non avevo più fiato. A poco servirono le frasi del mio zio preferito, Angiolino, che la stava accompagnando a piedi nel tragitto. Continuava ad insistere col dirmi che i veri alpini non piangono mai, ma io mi stringevo alla gonna di mia mamma e la imploravo di non partire. Lei mi accarezzò tanto piangendo a sua volta, mi asciugò le lacrime e mi ricordò, come al solito, che l'indomani sarebbe dovuta andare a lavorare, ma che tra un mese ci saremmo rivisti per le ferie. Non volevo vedere piangere mia mamma e così mi feci alpino tutto ad un tratto, però le chiesi qualcosa di suo da tenere con me. Povera mamma! Non aveva niente di materiale di suo che potesse darmi, ma mi ricordai del suo portacipria, l'unico aggeggio che potesse ricordarmi in qualche modo il suo odore. Lo estrasse e tenetti per me un pezzettino del batuffolo che usava solo nelle circostanze speciali. Ricordo di averlo annusato per tutta quell'estate, sino al suo ritorno. Chissà che fine avrà fatto ? E quanto vorrei ancora averla qui con quel piccolo angolo del suo cotone!
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