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Renato Pareti

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Diario 2009

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VI PARLO DI UN TEMPO ...

Vi parlo di un tempo in cui Paul lasciava i Beatles, i cantautori cominciavano a cantare strano, gli eschimi davano la caccia ai sanbabilini e viceversa; un tempo in cui scrivere musica orecchiabile era una vergogna musicale. Dentro al mio cuore palpitavano due pulsioni ben distinte tra loro: la prima, malinconica ed arrabbiata, che avrebbe voluto giustiziare un passato scolorito da fatiche e povertà.
La seconda, allegra ed incosciente, che desiderava affermare una gioventù al suo massimo splendore, con le incoerenze e le immaturità tipiche dell’età.
L’incontro con Paki dei Nuovi Angeli avvenne mentre prevaleva quest’ultima.
Scoprimmo di avere in comune molte sfumature: la stessa età, l’amore per i Beatles, una sorta di devozione nei confronti di Paul Mc Cartney, una enorme simpatia per tutto ciò che era semplice, genuino, immediato.
Ci accorgemmo di essere controcorrente per quei tempi, ma non ci scoraggiammo, tanto più che a me venivano melodie che lui cantava benissimo.
Vi era un unico problema: quello dei testi, ma riuscimmo a coinvolgere nella nostra spensieratezza il professor Vecchioni, il quale, sotto l’effetto dell’alcool, riuscì a scrivere parole deliziose. Quando la sbornia passò, ritrattò tutto giustificando il suo operato come errore di gioventù, ma ormai il danno era fatto.
Al contrario di lui, invece, io sono sempre stato orgoglioso della mia Donna Felicità, di Singapore, di Anna da dimenticare, di Carovana, Bella idea, Stasera Clowns e tutto quello che ho composto per i Nuovi Angeli.
Se potessi tornare indietro potrei dire ai “saccentoni” dell’epoca: tra più di trent’anni queste canzoni che voi deridete saranno ancora successi …
Il passare del tempo mi ha dato ragione: non esiste epoca storicamente difficile in cui non vi possa essere spazio per il disimpegno, altrimenti sarebbe la fine. Una canzone può anche farti pensare, ma può pure risolverti un momento difficile e regalarti un attimo di leggerezza. Anche il sorriso ha contribuito alla costruzione della storia, non soltanto l’impegno.
Ma non si può tornare indietro fisicamente ed allora mi accontento di ricordare la famigerata commissione d’ascolto della Rai che bocciò Donna Felicità, perché le frasi “a chi darà la rosa” oppure “ il gioco delle noci intorno al fuoco” erano giudicate da essa metafore volgari e diseducative.
Se penso al linguaggio dei media di adesso, mi viene almeno da sorridere.
Mi accontento di ricordare anche la mia prima cena all’Hotel Bilia di Saint Vincent, seduto a tavola con i Nuovi Angeli, l’Equipe 84, Michele, I Dik Dik, Iva Zanicchi, il professor Vecchioni, I Nomadi, ed il mio imbarazzo di fronte ad un numero infinito di posate e bicchieri, il mio disagio davanti a menù con nomi sofisticati, la mia timidezza nei confronti di un mondo che fino ad allora avevo visto soltanto in tv.
Mi accontento di ricordare le numerose distrazioni di Paki, quando cadde nel letame malgrado l’avessimo avvisato del pericolo di un asse fatiscente, quando finì in una buca di un palco e nessuno sapeva dove fosse, quando si accorse di essere rimasto da solo a suonare, mentre gli altri si erano dati alla fuga, perché arrivavano pomodori dappertutto.
E godo nel ricordare le notti passate a realizzare quel capolavoro di “Stasera Clowns”, un concept album di rara bellezza.
Mi piace, infine, ricordare un periodo storico in cui esisteva ancora la possibilità di vivere con le stagioni, senza rincorrere il tempo, non ancora frastornati e superati da una tecnologia che ti lascia sempre indietro e senza fiato.
Forse per questo, ricordare quei momenti procura un po’ di nostalgia.
Sono passati tanti anni, tuttavia Paki ed io siamo ancora amici e ci frequentiamo abbastanza spesso.
Durante i nostri viaggi è inevitabile ripensare a qualche episodio che ci ha visto protagonisti.
Dopo Singapore, per esempio, i Nuovi Angeli incisero Wakadi Wakadoo, versione italiana di un successo straniero. Nessuno mi avvisò di niente e ci rimasi malissimo. Misi il muso e per un certo periodo non volli frequentarli. Incisero, allora, altre due canzoni: Un viaggio in Inghilterra e La povera gente, di Pieretti, Ricky Gianco.
Verso la metà del 73, una sera Paki mi telefonò e mi disse: dobbiamo andare a Canzonissima e non troviamo la canzone, ci puoi dare una mano? Avrei voluto mandarli all’inferno, ma il fatto che mi avessero nuovamente cercato mi fece talmente piacere che, all’istante, mi nacque una melodia: era Anna da dimenticare.
Quanto tempo è passato da allora?
Trent’anni! Quanto è successo!!! Ho prodotto i primi tre album di Roberto Vecchioni, con la bellissima Luci a San Siro.
Sono diventato un cantautore a mia volta e ho inciso 10 album con 14 singoli. Ho dato canzoni a Morandi, Drupi, Loredana Bertè, Fausto Leali, Iva Zanicchi, Gigliola Cinquetti, Ivan Cattaneo, Fiorella Mannoia e tanti altri; ho vinto un festival di Sanremo con “Bella da morire” cantata dagli Homo Sapiens. Ho anche vinto uno Zecchino d’oro. Ho fatto l’attore in cinque films importanti e due soap opere e altro ancora, tuttavia, se mi guardo indietro mi rendo conto che il periodo più bello rimane quello legato ai Nuovi Angeli.
Forse perché ero ancora tanto giovane e tutto doveva ancora succedere, forse perché come in ogni amore, gli inizi sono sempre i più belli, o forse, semplicemente perché erano davvero bei tempi musicali!
Lucio Battisti, Baglioni, il pop dei Midlle of the road, Gilbert O’ Sullaivan, il rock di Elton John, dei Rolling Stones e poi dei Quinn, il funky di Steve Wonder, la disco di Barry White, la west-coast di J. Taylor, degli America, solo per citarne alcuni, ti facevano camminare su un prato costantemente fiorito dove la miriade di colori diversi stimolava fantasia e creatività.
Oggi si copia tutto, si ricicla tutto e la musica è talmente scontata, massacrata, vilipesa che non mi viene più nemmeno voglia di ascoltarla. Per fortuna della storia tutto finisce e tutto ricomincia.
Ora siamo proprio al termine di un periodo davvero sconcertante, abbiamo raschiato anche il fondo dell’ultimo barile; presto si ricomincerà daccapo, ne sono convinto.
Per questo sono fiducioso e mi preparo già da adesso alla rinascita dell’emozione più globale: la musica.

Sei pronto anche tu, Paki?

AMBROGINO D'ORO

Ma sì, proviamoci ancora! L'anno scorso ho mandato una canzone, me l'hanno presa e poi, dopo tante promesse dell'assessore, non hanno nemmeno pubblicato il cd.
Era una bella canzone dedicata ai bastardini abbandonati e mi sa che l'ho buttata via.
Ogni canzone ha una sua storia. Questa nasce nel 1994 quando Valeri Manera, responsabile dei cartoons di Mediaset, stava cercando la sigla di un nuovo fumetto giapponese dedicato a una certa Sally. Io le inviai questa musica e lei mi disse che ne era entusiasta. Entrai in ospedale per un intervento e la signora Manera mi telefonò addirittura prima dell'operazione perché aveva fretta di ricevere il provino.
Glielo feci il giorno stesso che uscii dall'ospedale e glielo inviai. Da quel momento la signora è scomparsa: nessuna risposta al telefono, nessuna risposta ai miei messaggi, niente! Scomparsa! Scomparsa e molto maleducata!
Negli anni che seguirono inviai questa canzone allo Zecchino d'oro per ben tre volte, ma non me la presero.
Infine l'anno scorso è approdata all'Ambrogino col risultato che ho già scritto all'inizio.
Quest'anno presento "Mi hanno messo l'apparecchio" e speriamo almeno di vederla pubblicata dalla Carosello che dovrebbe occuparsi della parte discografica.
Così va la musica: cammini sempre sulle sabbie mobili.

UNCLA



Mi hanno messo nel comitato di presidenza e nel direttivo dell'Uncla. Ogni tanto c'è qualche riunione e ciò è anche un' occasione per rivedere colleghi amici quali Corrado Castellari, Silvano Guariso, Ezio Leoni, Eugenio del Sarto, Pino Amendola, etc. E poi posso dare un bacino a Ilaria, la segretaria factotum, davvero molto in gamba.


ZECCHINO D'ORO


Vedere la mia Tito e Tato al secondo posto degli album più venduti nel cd dello Zecchino è motivo di grande soddisfazione!

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