Enrico Benzoni
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CASE DI VICO
Un raggio di luce e concentrati in un istante appaiono, un giorno, un anno, una vita.
Quante felicità, quante tristezze intessono la caligine testimone di vita dentro queste stanche mura, quante mani vi hanno voluto, dura pietra su pietre.
Quante mani vi hanno donato tepore, pregno di sudore di antica fatica che la terra madre ha chiesto in cambio di un’aspra culla.
Ora le pietre son bianche, la faccia nuova, pulita, altro tepore più non le annerisce, i focolari più non vedono mani protese in attesa di caldo ristoro.
Altre mani vi vorranno ancora vive, altro sudore vi chiederà a rifugio poiché l’inarrestabile ignaro tempo arriva, si ferma, a volte un anno, a volte un giorno, a volte un attimo, poi, in un battito di ciglia, fugge portando con sé il passato e senza sosta riveste di un nuovo dipinto tutto il mondo, ad ogni suo giro.
Ma Tu terra di Oramara sei la stessa, che ancor chiami insistente a Te come sirena che attrae e lega a sé nel profondo sia il viandante che ode il tuo canto che coloro che ti han visto natia.