Berto di Giamba
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scrivo di un’ epoca in cui si veniva a Vico con la corriera (la Fiumana Bella); parlo di 65 anni fa, un tempo lontanissimo!
I bambini vacanzieri non portavano con sè giocattoli con cui divertirsi, perché il vero gioco era Vico.
Si andava a pascolare le mucche al Dego, in Pescin, in Carmo o in l’Uga. Si partiva presto al mattino e si tornava quando il sole ormai era tramontato, con una fame da lupi. S’imparava a riparare le sorgenti montane e si creavano piccoli laghetti sotto lo zampillo primario per ammorbidirvi dentro le croste di pane rimaste. Si raccoglievano mirtilli e fragole di bosco, more e lamponi. Poi di sera, si andava a rubare le amarene e le balline. S’imparava a tagliare il fieno e il grano; a legarli e metterseli sulle spalle per portarli nelle cascine: le ragazze con i sottesti e i ragazzi con i pagetti. Si diventava chierichetti e si dicevano decine di rosari tra una sghignazzata e l’altra pur sapendo di prendere dolorosi zerpin sulla testa alla fine della benedizione. Quando il giorno volgeva al termine ed era già buio, c’era un ultimo evento a cui nessun bambino rinunciava: l’arrivo della corriera.
Quando sentivi il suo clacson echeggiare alla prima curva di Campolungo era il segnale che la Delfina doveva buttare la pasta, perché il Berto stava arrivando. Gioiosi di niente e di tanto, tutti radunati vicino al muretto del cimitero, aspettavamo che scendessero quei pochi passeggeri per avere la corriera tutta per noi. Il Berto ci faceva salire, prendevamo i nostri posti e via, verso la Costa per poi ritornare davanti al cimitero, dove la corriera dormiva per tutta la notte. Era un tragitto breve che il guidatore percorreva per girare e mettersi in posizione di partenza il mattino dopo, ma per noi era come partire per una gita lunghissima.
Questo ricordo ha un valore immenso dentro al mio cuore e, credo, anche in quello degli altri bambini. A quei tempi non c’era niente, ma c’era tutto quel che serviva per sorridere e divertirsi come potrebbero fare tutti i bambini del mondo.
Caro Berto, ti ringrazio enormemente per quei momenti di vita notturna e oggi che stai guidando verso il cielo la tua ultima corriera, puoi ritenerti soddisfatto per tutte le gioie che ci hai donato durante le estati della nostra gioventù. Siamo ormai dei bambini vecchi, che stanno vedendo un mondo completamente diverso e difficile da capire, ma questi ricordi ci alleggeriscono il peso e ci inumidiscono gli occhi.