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Renato Pareti

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Notizie 2020

VICOSOPRANO > ARCHIVIO NOTIZIE
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2020
Il nostro vero Vico, quello dei nostri vecchi, delle osterie, dei campi curati, della nostra gioventù, ci racconta di un altro volo in cielo, quello della nostra Michina, UN SIMBOLO IMPORTANTE PER TUTTI NOI.
Alla nostra Lauretta che l'ha curata sino all'ultimo e, da ormai diversi anni, va il mio abbraccio più sincero.
Condoglianze a tutta la famiglia.

Indimenticabili i pranzi della Madonna, indimenticabile Elio e le sue battute!
L'unica consolazione, se di consolazione si può parlare, è l'immaginarli tutti insieme che decidono un menù con gli altri angeli.
Quante volte le ho telefonato per chiederle se mi faceva da mangiare fuori stagione!
Arrivavo a Vico per mezzogiorno e qualcosa s'inventava sempre.
Ricordo la sua polenta coi funghi, cucinata sulla stufa, il suo caffè fatto con una macchinetta antica, ma sempre funzionante alla perfezione.
La ricordo in Pescin che non voleva farsi fotografare, mentre con Crementin, suo marito, preparava dei deliziosi panini col salame durante le partite domenicali di calcio.
Già da quando aveva chiuso l'osteria mancava qualcosa d'importante a Pravilla, ma almeno la si vedeva seduta, quieta, immersa nei suoi ricordi e, sempre pronta a salutarti.
Ora che non c'è più neanche lei il vuoto è grande.

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11
2020
E' decisamente un brutto anno questo!
La conoscevamo tutti come Mariò e proprio oggi ci ha lasciato improvvisamente.
Sarà un inverno diverso ora senza di lei, che ogni sera ospitava a casa sua quelle poche anime che rimanevano a Vico per una partita a carte in compagnia, offrendo loro caffè, vino e dolci.
A tutta la sua numerosa famiglia le mie e le nostre più sentite condoglianze. Il funerale avrà luogo domani 4 dicembre a Vico.
24 ottobre 2020
Alla bella età di 94 anni la nostra Giuditta Traversone ci ha salutato e ha raggiunto il  suo compagno di una vita "Ciuccheri", il cui umorismo gli avrà fatto dire: -Tost'ura che t'arriessi!!-

Giuditta era figlia di Baciun e mamma di Paola, Adriana e Roberto a cui vanno le mie più sentite condoglianze.
Il funerale si svolgerà a Vico domani, 26 ottobre.

Cara Giuditta, tu e tuo marito siete stati dei buoni amici di mio papà Colombo e per questo vi ringrazio tanto.
L' allegra compagnia si allarga e il bello di un tempo è ormai più di là che di qua.
Salutamelo tanto, abbraccialo per me e riposa in pace.
14 ottobre 2020
OTTOBRE
Stavo riordinando le mie foto di ques'estate e quando ho visto quella della Casetta Forestale ho provato una profonda tristezza. Vederla abbandonata in quel modo ...
Subito mi sono ritornati alla mente il nome di Fegarazzi (credo di ricordare giustamente), la squadra di vicosopranesi che contribuì a costruire la strada che ora porta in Pescin per poi continuare attraverso due diramazioni verso Marsaglia, mi sono ricordato che, a turno, ogni mezzogiorno, i ragazzi non impegnati con le mucche, portavano da mangiare alla squadra, che dopo pranzo tornava a lavorare di pala e picco. Nella foto ne riconosco parecchi: il mio amato zio Angiolino, Brignoe, Giuan de Carlin, Giuliu, Domenico, Cicun, Citu ... in posa davanti alla fontana che ancora esiste e che qualcuno di passaggio utilizza per dissetarsi o lavare la macchina.
E subito mi chiedo: perché questo abbandono? Perchè la baracca di Vito è crollata? Avevo chiesto di salvarla, mettendoci anche i soldi necessari, ma mi è stato impedito. Perchè la vecchia scuola è in quello stato , malgrado qualcuno in tempi diversi abbia ripetutamente richiesto di comprarla e risanarla? Perchè tutti questi abbandoni?
Me lo rivedo ancora il Vito, persona straordinaria e tenace, portare in spalla tutte le pietre che sono servite per la sua costruzione che gli permetteva di mettersi in contatto coi suoi amici radioamatori di tutta Italia, compresa la Sicilia. Perchè dimenticarsi di un'opera di così grande valore umano? Perchè lasciare crollare la Casetta della Forestale e farme mambassa di pietre e quant'altro? Perché permettere che vengano a tagliare malamente piante nei nostri boschi per trarne dei profitti? Perchè non ci sono più mirtilli?
Non esiste un ente, una coscienza di Vico che difenda il suo paese per quello che di bello è stato? Avevamo foreste pulite, prati rasati, sentieri ben tracciati, avevamo i Runchi, Oramara, I laghisceu di una bellezza straordinaria ... e le sorgenti di acqua cristallina e gelata che peccato! Ora i rubinetti distribuiscono cloro, i frassini battono in altezza il campanile e tra qualche anno si mangeranno i confini del paese.
Mi fa tanta tristezza tutto questo e me la tengo, già sapendo che non ci sono fondi, soldi e volontà all'orizzonte di porre qualsiasi rimedio. D'altronde questa nostra Italia sta cadendo a pezzi come un vecchio presepe, cosa vuoi che importi un paese come il nostro Vico.
Però, proprio in agosto sono stato a Cerignale, motivato dalle sorelle Lavaggi e ho visto con i miei occhi quanto il sindaco di quel paese abbia fatto per le case, le fontane, incentivando azioni collettive come quella del forno in comune per tutti, mostre d'arte e tante altre pregevoli iniziative. E tutto questo grazie a fondi europei che è riuscito a mettere a profitto per il suo paese. Che sia quella l'unica e sola strada?

OTTOBRE
Ci sono vicosopranesi e non che, attraverso il sito si tengono aggiornati sui vari eventi che accadono a Vico e nelle vallate circostanti di loro conoscenza antica. Mi sento obbligato nei loro confronti a raccontare quello che so o quello che mi riferiscono, ad essere un piccolo tratto di congiunzione tra le loro abitudini quotidiane e quel paese che tanto significa e ha significato per tutti.
In questi giorni c'è stato un maltempo considerevole, di quelli di adesso, con relative bombe d'acqua, frane e ponti crollati. Le forze dell'acqua appaiono sempre più incontrollabili e i nostri due fiumi tanto amati, l'Aveto e il Trebbia hanno fatto danni un po' dovunque.  Mi preoccupa il Ponte Doria, da anni in attesa di manutenzione. Siamo appena all'inizio dell'autunno e fa un po' di paura pensare a quello che potrebbe succedere con questo clima letteralmente impazzito. La natura ci sovrasta e stiamo diventando sempre più piccoli.
SETTEMBRE
Con la festa della Madonna della Guardia si chiude il ciclo estivo delle manifestazioni a Vico.
E' stata un'estate molto particolare per via del Covid che ha limitato un po' tutte le libertà d'azione, anche se qualche assembramento c'è stato, soprattutto con gli aperitivi nelle aie. Curioso pensare alla preoccupazione che avevano quelli che sono rimasti a Vico durante il lockdown e ai loro inviti ai villeggianti a non presentarsi in paese per la paura dei contagi. Penso che quest'anno a Vico non ci sia stata mai così tanta gente!! All'inizio si vedeva qualche mascherina, ma poi quasi più niente. Dio ce l'ha mandata buona!  Per i bambini il parchetto si è rivelato una vera manna dal cielo. C'erano poi i balli in piazza alla sera, davanti alla Chiesa e il gioco antico del nascondino, che ha prodotto anche una vittima. Per fortuna è tutto finito bene. Col riacutizzarsi dei contagi in questi giorni sono risaltate fuori le chirurgiche e lo si evince dalla gente presente alla Santa Messa dalla Cappelletta. Nasce anche qualche fungo un po' dappertutto e Igor, pur non essendo in villeggiatura, ne ha fatto una discreta raccolta.
Ma non dimentichiamoci di Franco che, zitto zitto, e a volte anche col buio, raccoglie in silenzio e ammucchia. Se qualcuno ha bisogno di funghi vada da lui che ne ha sempre.
Vorrei chiudere questa piccola testimonianza con gli auguri alla nostra centenaria Catin. L'ho vista macinare passi verso Sarruggia, Pravilla, il negozio, etc. per tutto il mese di agosto. Che fibra!!!!!
AUGURI CATIN DA TUTTI NOI!!!!!
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AGOSTO
BERTO DI GIAMBA
scrivo di un epoca in cui si veniva a Vico con la corriera; parlo di 65 anni fa, un tempo lontanissimo!
I bambini vacanzieri non portavano con sè giocattoli con cui divertirsi, perché il vero gioco  era Vico.
Si andava a pascolare le mucche al Dego, in Pescin, in Carmo o in l’Uga. Si partiva presto al mattino e si tornava quando il sole ormai era tramontato, con una fame da lupi. S’imparava a riparare le sorgenti montane e si creavano piccoli laghetti sotto lo zampillo primario per ammorbidirvi dentro le croste di pane rimaste.
Si raccoglievano mirtilli e fragole di bosco, more e lamponi. Poi di sera, si andava a rubare le amarene e le balline. S’imparava a tagliare il fieno e il grano; a legarli e metterseli sulle spalle per portarli nelle cascine: le ragazze con i sottesti e i ragazzi con i pagetti. Si diventava chierichetti e si dicevano decine di rosari tra una sgignazzata e l’altra pur sapendo di prendere dolorosi zerpin sulla testa alla fine della benedizione.
Quando il giorno volgeva al termine ed era già buio, c’era un ultimo evento a cui nessun bambino rinunciava: l’arrivo della corriera. Quando sentivi il suo clacson echeggiare alla prima curva di Campolungo era il segnale che la Delfina doveva buttare la pasta, perché il Berto stava arrivando. Gioiosi di niente e di tanto, tutti radunati vicino al muretto del cimitero, aspettavamo che scendessero quei pochi passeggeri per avere la corriera tutta per noi. Il Berto ci faceva salire, prendavamo i nostri posti e via, verso la Costa per poi ritornare davanti al cimitero, dove la corriera dormiva per tutta la notte. Era un tragitto breve che il guidatore percorreva per girare e mettersi in posizione di partenza il mattino dopo, ma per noi era come partire per una gita lunghissima.
Questo ricordo ha un valore immenso dentro al mio cuore e, credo, anche in quello degli altri bambini. A quei tempi non c’era niente, ma c’era tutto quel che serviva per sorridere e divertirsi come potrebbero fare tutti i bambini del mondo.
Caro Berto, ti ringrazio enormemente per quei momenti di vita notturna e oggi che stai guidando verso il cielo la tua ultima corriera, puoi ritenerti soddisfatto per tutte le gioie che ci hai donato durante le estati della nostra gioventù. Siamo ormai dei bambini vecchi, che stanno vedendo un mondo completamente diverso e difficile da capire, ma questi ricordi ci alleggeriscono il peso e ci inumidiscono gli occhi.


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APRILE
il tempo corre sopra le nostre teste con i visi mascherati, come le nuvole in un giorno ventoso, ma la natura, con i suoi ritmi improrogabili si sta manifestando nel suo vestito migliore che è quello della primavera. Non sta a guardare le nostre facce preoccupate, ansiose e spesso tristi. Come se non fosse successo niente, va avanti omaggiando gli alberi di fiori ed il terreno circostante del suo verde più sano. E per la prima volta la sua bellezza stride di fronte alla nostra impotenza di poterla abbracciare fisicamente e soltanto da lontano con gli occhi. La natura è molto più forte di noi e a prescindere da noi, va avanti coi suoi ritmi "naturali".
Chissà se avremo capito la lezione una volta per tutte?
31 MARZO 2020
Le mie parole d'inizio anno ora mi sembrano quanto mai lungimiranti.
Il rallentamento del passo c'è stato anche per chi non lo voleva e, in poco tempo, siamo entrati in un altra dimensione a noi sconosciuta.
Strade vuote, macchine ferme, chiusi in casa, paradossalmente aria più pulita, ma tante tante vittime, tanto dolore, paura, e angoscia per il futuro.
Dove ci porterà questo vivere diverso non ci è dato di saperlo con esattezza. Ogni giorno si fanno previsioni di ogni tipo, smentite e ribadite subito dopo. La verità non ce l'ha in mano nessuno. Il governo che all'inizio proclamava di essere prontissimo, cerca ogni giorno di far fronte a nuove sfide a cui non era per nulla preparato.
E ancora una volta la nostra gente, gli ITALIANI col loro spirito di volontariato, con le critiche sempre addosso, malgovernati dentro e derisi impunemente fuori, ogni giorno recitano il "non ti curar di loro, ma guarda e passa", dando prova di un cuore tanto grande e di un amore infinito. Persino un paesino come il nostro, abbarbicato su un monte, con una decina di abitanti d'inverno, fa una bellissima donazione a favore di chi ne ha bisogno. Al Circolo Acli di Vico e a chi lo fa vivere, tutta la mia stima!!!!!
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MARZO 2020
E' bello vedere com'è il nostro Vico anche quando non ci siamo.
Approfitto di queste belle foto di Igor per farvelo vedere e, in più, ci aggiungo anche un filmato di Mirella Traversone del 9 marzo, dove si vede una discreta spruzzata di neve. In questo periodo di coronavirus, anche questo può far bene e aiutarci nella speranza che questo incubo passi presto.


Piero apparteneva alla famiglia dei giocatori di scopa, anche se diceva di non essere tanto capace. Infatti giocava volentieri con me , perché sapeva che non avrei urlato nè recriminato sulle sue mosse. Eravamo di "sugadu da balle", come avrebbe detto Tommaso. Ma con Nicola, Muin, e Augusta ho fatto le partite più divertenti della mia vita. E poi c'era Irma con le sue torte, Erminia e Anna che assaggiavano tanto volentieri e Cantun che aveva sempre qualcosa da raccontare.
Apparteneva anche alla famiglia dei fungaioli. Quante volte siamo andati insieme in Mareiu e al Dego.
E a quella dei contadini; il suo orto di Quattrocascine produceva di tutto ed in abbondanza.
E' stato un marito ed un papà esemplare e, anche come nonno, è stato un esempio di serietà e saggezza per i nipoti.
Apparteneva soprattutto alla famiglia delle "belle persone", quelle che non ti deludono mai, che si comportano sempre bene.
Oggi, 18 gennaio 2020, ha deciso di assaggiare il cielo.
Personalmente mi mancherà quello che rappresentava e mi dispiace un sacco di non averlo più visto negli ultimi anni. Tante volte avrei voluto andarlo a trovare, ma c'è sempre stato qualche imprevisto.
Grazie Pireu per quella linea retta di vita che mi ricorderà sempre quanto si possa essere migliori.
GENNAIO
Il nostro amico Lele Besostri mi ha inviato del materiale interessante, publicato dal mensile La Trebbia, in cui ci sono diversi articoli che riguardano Vico.
Se qualcuno interessato volesse leggerli ho creato piccole anteprime qui di seguito, cliccando sulle quali potete vedere l'articolo per intero.










Cliccando sulle anteprime si aprirà una finestra che potrà essere ingrandita
Siamo ad un quinto di questo nuovo secolo che ci vede invecchiati di un anno. Tanti auguri a tutti noi vicosopranesi, alla valle e ai paesi che vediamo da quassù. Si usa ancora fare buoni propositi, regolarmente disattesi? Penso proprio di sì. Forse un po' meno ... è cambiato tutto. Non siamo in un periodo storico facile, anzi. Vi siete accorti di quanto sia difficoltoso portare a termine gli impegni di tutti i giorni? Le necessità sono aumentate, le cose da fare anche e non posso che provare nostalgia per quei tempi in cui le giornate camminavano lentamente ed erano così lunghe da avere sempre del tempo per sè. I nostri padri non correvano, avevano sempre lo stesso passo e tanto fiato di riserva. Tornare indietro non si può, ma imitarli lasciando perdere il superfluo, sì.
Questo è il mio proposito per il 2020.
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